Il Santuario Madonna della Consolazione
Secolo XV: il secolo dell’apparizione
(14 agosto 1453)
Tristi conduzione dei tempi
DONNA ANTONIOLA fu la fortunata creatura verso la quale si protese la materna sollecitudine della VERGINE MARIA. Devotissima della Vergine si era inginocchiata dinnanzi al dipinto raffigurante l’Assunta onde implorare dalla Vergine Gloriosa, proprio alla vigilia della Festa dell’Assunta in Cielo, la sua potente protezione per sé ormai al tramonto della vita (la tradizione ci dice che avesse 60 anni) e per la patria, agitata da fazioni politiche, colpita da fiera pestilenza fin dal 1450, e affamata per la rovina del raccolto completamente distrutto, in quel 1453, da forte grandinata.
14 agosto 1453 giorno dell’apparizione
La pia Tonola di buon mattino, si era recata nei campi in località “Muradelli” non distante dall’abitato di Ghisalba. Era la vigilia della festa solenne dell’Assunta, solennità che la Chiesa e la devozione popolare avevano sempre tenuto in grande considerazione. Verso le ore 9, si era inginocchiata davanti l’antica immagine dell’Assunta affrescata secoli addietro, nell’abside della vetusta chiesina. La pietà dei fedeli di Ghisalba, e forse gli stessi viandanti transitanti sulla strada, aveva restaurata, trasformando l’abside dell’onusta chiesina in tribulina. La chiesa di S. Maria Assunta, detta in gergo popolare “S. Maria Marennina” non era che una delle quattro chiese campestri abbandonate, ancora esistenti alla visita di S. Carlo Borromeo, avvenuta nel ottobre del 1575. Erano dette campestri, perché sorgevano solitàrie in mezzo ai campi. Tre di esse erano allo stato di rudere. Terminata la preghiera, l’anziana Tonolla, si sedette per consumare la sua magra colazione, aveva con sé acqua, del pane ed un coltello per affettarlo. All’improvviso apparve la Beata Vergine che le disse: “io volio che tu dica alii nomini et alle donne da Ghisalba chefazano edificare in questo loco presente una capella a Dio in mio honore…”. Mai un comando della Madonna fu così perentorio, chiaro e preciso. è importante evidenziare come l’ordine di costruzione della chiesa in quel luogo, sia rivolto agli uomini e alle donne di Ghisalba, senza distinzione di sesso, di ceto sociale, cultura, ricchezza e appartenenza politica. Raramente la Beata Vergine obbliga gli abitanti del luogo alla costruzione del santuario a Lei dedicato. A Ghisalba la Vergine ha impartito un ordine preciso: “Costruire una Chiesa a Dio e in suo onore.” Per quale ragione la Vergine abbia scelto la Località “Muradelli” di Ghisalba per la sua Apparizione, non è facile comprenderla. Ghisalba nel XV secolo era in piena decadenza: l’antica e importante Istituzione Pievana era in agonia. Alla decadenza della Pieve come Istituzione si accompagnava anche un impoverimento della fede, un scarsa pratica religiosa e un depauperamento materiale degli abitanti. Come Dio ha rivolto lo sguardo all’umiltà della sua Serva, così la Madonna ha guardato la miseria e il dolore degli abitanti di Ghisalba e dei paesi vicini, decidendo di venire in mezzo a loro a portare conforto e saldezza nella fede. Ma apparendo a Ghisalba Maria ha compiuto un miracolo dei più strani, perché gli abitanti di questo paese credessero alla povera Tonolla, le pose il coltello in gola: “…acciò che te credino, ti darò un segnale, ti mitterò il cortello nella gola per tal modo, che nissuno lo potrà trar via fin che non delibereran di hedificare la ditta capella”.
Il gruppo statuario
Nel 1877 si costituì una Commissione presieduta dal prevosto mons. Stefano Grasselli di Bariano per dotare il santuario di un gruppo statuario dell’Apparizione. Dopo due anni furono iniziati i lavori di costruzione dell’edicola ove collocare le due statue e l’affresco seicentesco del Soldati, tralucente una spiritualità squisitamente siriaco – bizantina, fino ad allora pala dell’altare, l’immagine più sacra e venerata del santuario. Si provvide anche alla creazione si uno “scurolo” per mostrare ai devoti il luogo preciso ove la Beata Vergine Maria posò i suoi piedi.
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